Sono innamorato di questo luogo e orgoglioso di cosa è stato fatto in questo pezzo di terra tra l’antica via Traiana e il mare. Qui ci sono masserie da secoli producono olio da ulivi millenari: alberi imponenti con tronchi di più di un metro di diametro. C’è chi coltiva il grano biologico, che poi i pastifici locali utilizzano per il pane o la pasta fatta a mano. Ci sono i pescatori: mantengono i bacini di acqua dolce dove nuotano cefali ed anguille, pescati con metodi tradizionali e venduti direttamente al mercato. Ci sono privati che recintano e mantengono pulite le dune di sabbia, quelle dune che danno il nome al parco.
I privati, le aziende e le cooperative partecipano alla manutenzione e alla gestione dell’area protetta. Sono loro a organizzare e promuovere le attività del parco.
"è la gestione collaborativa che mantiene vivo questo parco e crea lavoro senza distruggere le risorse naturali".
La mia visione per lo sviluppo di questo parco è una “gestione condivisa” da parte di privati cittadini, aziende, operatori: ciascuno si prende cura di pezzi del territorio. Con l’impegno e il lavoro di tutti riusciamo a gestire bene la riserva e a promuovere l’utilizzo sostenibile delle risorse. Ed è un vantaggio per tutti: il Parco porta reddito nella zona, porta lavoro a chi si dà da fare.
Spazio per nuove imprese
La gestione collaborativa ha contribuito alla nascita di nuove imprese di giovani: molte sono cooperative, create proprio per svolgere attività e servizi all’interno del Parco.
Una di queste è Madera Bike: i soci – tutti giovani del luogo – si occupano deli servizi di cicloturismo. Fanno manutenzione delle biciclette, gestiscono i percorsi di ciclotrekking e organizzano escursioni per i turisti che vogliono scoprire su due ruote le bellezze di questi luoghi.