Qualità da esportazione

La storia di Luca, imprenditore e cliente BCC

Un’impresa italiana al 100% decolla sui mercati esteri grazie alla fiducia di una BCC

Le zanzare sono fastidiose, ma non riesco a ucciderle. Quando vedo una zanzara, prendo un foglio di carta e un bicchiere e la porto fuori di casa.
Qualcuno potrebbe pensare che si tratti di un comportamento francescano – e dopotutto qui siamo in Umbria, vicino alla terra di San Francesco – ma per me ogni zanzara morta sono soldi che perdo!

Quando gestisci un’impresa, non puoi festeggiare quando tutto va bene: devi sempre stare attento alle cose che non funzionano. Ho gestito così la Grifo Flex, l’azienda di famiglia dove produciamo zanzariere da quasi 50 anni.
Ho sempre sostenuto che la Grifo Flex fosse un’azienda italiana al 100%, e ho lavorato per mantenerla tale. Nel 2008 si è cominciato a parlare di crisi, anche se il mio settore ancora non ne risentiva: nell’edilizia passano anni dalla progettazione alla costruzione di un edificio, e la Grifo Flex arriva alla fine di questo processo.

Tuttavia, nel giro di qualche anno ho visto le prime avvisaglie del calo del settore edile in Italia. Allora ho iniziato a viaggiare con l’obiettivo di individuare nuove aree di sviluppo. E ho deciso di aprire uno stabilimento in Tunisia per portare l’azienda sui mercati africani e arabi.

 

 

Incontrare un bancario… in aereo

Nei viaggi in aereo verso la Tunisia ho conosciuto imprenditori, dirigenti e businessman italiani. Durante uno di questi voli ho incontrato un funzionario di Iccrea BancaImpresa, una signora responsabile dell’ufficio a Tunisi. Mi ha colpito la sua eccezionale conoscenza del mondo arabo e la sua capacità di comunicare con gli arabi. Non ci riesco io che sono un uomo, ma lei sembra che sappia il fatto suo!

"La nuova generazione ha portato la spinta a crescere".


Così ci siamo avvicinati alla BCC: sono stati l’unica banca a credere davvero nel mio progetto. Gli altri hanno fatto lo stesso ragionamento dei miei genitori e collaboratori: un’azienda italiana che si butta all’estero… ce la faranno? Aspettiamo e vediamo!
Invece la BCC ci ha creduto, ci ha dato un finaziamento, ci ha dato assistenza e, perché no, anche il supporto morale.
C’è bisogno anche di questo, soprattutto per un’azienda che lavorava solo in Italia e che ha voluto fare la “pazzia” di andare all’estero. Un’azienda che oltretutto è nata dal secondo lavoro di mio padre. Faceva il postino a Perugia e, quando finiva il turno, iniziava un altro lavoro: riparava le veneziane. Nel 1985 ha avuto l’intuizione di fare le proprie zanzariere: le disegnava, le progettava, le realizzava.

 

 

Facciamo un salto in avanti di qualche decennio: a 19 anni, finite le scuole superiori, mia madre chiese a me e a mia sorella cosa volevamo fare da grandi. Noi siamo cresciuti in azienda, ma in quel momento abbiamo preso la decisione di entrarci e lavorarci. Forse è per aver vissuto l’azienda da sempre che siamo stati in grado di comprendere le esigenze dei clienti e del mercato, e di trasformarle in prodotti e servizi. Abbiamo iniziato in modo inconsapevole, poi sono arrivati i primi risultati.

 

 

Vivere l’estero da imprenditore

Quando vai all’estero non puoi tornare indietro. La vita di un imprenditore che decide di lavorare all’estero è in apparenza molto bella, ma in realtà è una vita di solitudine. Perdi i contatti con gli amici, sacrifichi i tuoi hobby.

"L’imprenditore italiano all’estero ha un grande successo perché è eclettico".

Quando torni a casa, ti dedichi solo alle cose essenziali: la famiglia. Nonostante le rinunce, il bello del lavorare all’estero è vedere che la propria azienda cresce e ha successo.

 

 

 

Risparmiare sulla qualità?

In un momento di crisi, secondo me il cliente finale non cerca il prodotto che costi meno, ma che duri più a lungo. Così tra cinque anni non dovrà spendere altri soldi per la stessa necessità. In un momento di crisi vince la qualità, non il prezzo basso.

I nostri clienti ci riconoscono la qualità delle zanzariere, ma anche i nostri competitor migliorano di giorno in giorno la qualità. Quindi la nostra forza è il servizio che offriamo, e la storia del brand.

"Un uomo solo può avere una buona idea, ma non può fare la differenza".

Sono la storia e la cultura che danno forza al marchio, ma noi italiani ancora non l’abbiamo capito, non in tutti i settori almeno. Ci sono tanti piccoli artigiani – eccellenti produttori – che sono cresciuti e si sono dovuti vestire da imprenditori. Ma è solo un abito, non hanno ancora acquisito la mentalità da imprenditore. All’estero invece le aziende hanno l’imprenditore e il manager, sono loro che hanno le competenze per gestire un’azienda.
Quando ho cercato di fare lo stesso in Grifo Flex, c’è stato un grande scontro generazionale.

È difficile far capire ai miei genitori che bisogna lasciare la palla e il gioco a persone che possono gestire l’attività anche se non sono di famiglia.

 

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