I vecchi modelli alimentari cambiano e lasciano pian piano il posto a diete orientate alla naturalità di ciò che si porta in tavola. Un mutamento che ha ricadute positive non solo sulla salute dell’uomo, ma anche sull’ambiente e sulle micro-economie a livello locale.
di Erika Facciolla (Tuttogreen)
Il significato di ciò che oggi viene genericamente definita ‘alimentazione naturale’ è strettamente connesso ad un mix di fattori che orientano le scelte alimentari di un numero sempre crescente di consumatori.
Fino a qualche decennio fa, l’industria agro-alimentare su larga scala aveva imposto un modello produttivo in cui la provenienza e la stagionalità dei prodotti destinati al consumo di massa rimaneva pressoché indistinta.
Frutta e ortaggi di ogni tipo, prodotti in ogni angolo del Mondo, venivano venduti sui banchi dei supermercati in qualsiasi periodo dell’anno, a prescindere dall’indicazione geografica (quasi mai specificata) e dalle informazioni riportate sull’etichetta (spesso molto vaghe).
Negli ultimi vent’anni, però, tra i vari fattori che hanno parzialmente cambiato questo approccio globale, ci sono anche le crisi innescate dai frequenti allarmi sulla sicurezza alimentare – mucca pazza, aviaria, vino al metanolo, pollo alla diossina, solo per citarne alcuni. Questi ‘casi’ hanno messo in seria discussione un modello unico e ridefinito alcuni parametri di riferimento in tema d’alimentazione.
Oggi, infatti, la sicurezza alimentare è un fattore decisionale di importanza pari, se non superiore, alle caratteristiche sensoriali (gusto, odore, aspetto) attribuite ad un determinato alimento.
"C’è una valutazione sempre più consapevole della provenienza, della sostenibilità e della certificabilità di ciò che si mangia".
Ma non solo sicurezza. Anche altri fattori lentamente sono entrati a far parte delle valutazioni del consumatore e hanno cambiato in parte i processi produttivi: maggiore attenzione alla filiera e all’eticità dei prodotti che poi entrano nel nostro carrello della spesa. Non solo qualità e sicurezza, dunque, ma anche una valutazione sempre più consapevole della provenienza, della sostenibilità e della certificabilità di ciò che si mangia.
Dieta naturale: alcune regole per un regime alimentare salutare
Nutrirsi in modo naturale non vuol dire mangiare semplicemente più frutta, verdura e cereali integrali. Significa avvicinarsi alla conoscenza delle proprietà benefiche collegate ad ogni singolo prodotto alimentare e ai suoi ingredienti per poter veramente beneficiarne.
I presupposti della dieta naturale, insomma, sono rintracciabili in quella che oggi viene definita ‘educazione alimentare’, una disciplina entrata a pieno titolo nei programmi didattici di molte scuole e istituti di ogni ordine e grado.
Ecco dunque alcune delle linee-guida utili ad approcciare un regime alimentare naturale da applicare nella dieta quotidiana è importante:
- Evitare i cibi lavorati, semi-lavorati, pronti e precotti. Sorvolare, quindi, le corsie del supermercato che propongono piatti da scaldare, ma anche snack, merendine e bibite gassate.
- Mangiare cibi antiossidanti che aiutano a contrastare l’azione dei radicali liberi e a depurare l’organismo (carote, sedano, barbabietole, limone, mirtilli, bacche di Goji, tè verde, curcuma, rosmarino, cumino, curry, ecc).
- Introdurre probiotici in buona quantità che giovano all’intestino e favoriscono i processi digestivi (cibi fermentati, yogurt e miso).
- Moderare il consumo di prodotti caseari (latte e derivati) e di carni rosse sostituendoli con equivalenti di origine vegetale (es. latte di riso o di soia al posto del latte vaccino) e con legumi, carni bianche e pesce. Questo non vuol dire eliminare la carne rossa e il latte – indispensabili, peraltro, a compensare i punti deboli dei vegetali – ma ridurne le porzioni.
- Mangiare cibi crudi per preservare le qualità organolettiche degli alimenti. Maggiore è la quantità di frutta e verdura fresca consumata a crudo e con la buccia, maggiore è l’apporto vitaminico ed enzimatico che se ne può trarre. E per poter mangiare frutta e verdura cruda è fondamentale assicurarsi che essa provenga da colture biologiche e da filiere certificate.
"Il modello alimentare della dieta mediterranea è basato sul consumo bilanciato di cibi sani e genuini".
Parlando di alimentazione naturale viene spontaneo riflettere sul valore di un modello alimentare a noi molto familiare, quello della dieta mediterranea, basata sul consumo bilanciato di cibi sani e genuini tipici del bacino mediterraneo.
Gli italiani sono forse i depositari più eclettici di questa straordinaria eredità che rappresenta anche un tipo di alimentazione sostenibile, oltre che salutare, tanto da essere stata dichiarata dall’Unesco ‘Patrimonio immateriale dell’Umanità’.
Alimentazione naturale e sostenibilità
Una dieta naturale può essere definita come un tipo di alimentazione capace di “rispettare la natura degli alimenti e di chi li deve mangiare”. Oltre che sulla salute, in effetti, le nostre scelte alimentari hanno precise ricadute sull’ambiente, sul territorio e sulla comunità.
Non a caso, i modelli alimentari realmente sostenibili sono quelli che contribuiscono ad accrescere la sicurezza alimentare per le generazioni presenti e future, che rispettano e preservano le biodiversità, le risorse naturali e gli ecosistemi.
Non si tratta semplicemente di diete che privilegiano gli alimenti di origine vegetale per il loro valore nutrizionale, ma anche per la loro minore impronta ambientale, misurabile in termini di suolo, risorse idriche ed emissioni di CO2 necessarie a produrli.
Mangiare cibi locali e di stagione, dunque in modo naturale, può trasformarsi in un gesto ecologico e sociale di straordinario valore. Anche in questo caso, basta tenere a mente alcune regole importanti, vale a dire:
- Acquistare prodotti locali
- Mangiare prodotti di stagione
- Diminuire il consumo di carne
- Ridurre gli sprechi alimentari
- Privilegiare i prodotti BIO
- Evitare cibi eccessivamente lavorati
- Bere l’acqua del rubinetto
"Le agricolture e le tradizioni locali rappresentano una ricchezza per il territorio in cui operano, in una logica di equilibrio tra natura e uomo".
Un’alimentazione basata sul criterio di naturalità e stagionalità dei prodotti aiuta a riscoprire il senso dell’alternanza delle stagioni e spinge ad acquistare frutta e verdura tipica del periodo, spesso a KM zero.
Ciò fa di ogni consumatore un grande sostenitore delle agricolture e delle tradizioni locali, che non solo garantiscono la validità dei prodotti e il rispetto dell’ambiente, ma rappresentano una ricchezza per il territorio in cui operano, in una logica di equilibrio tra natura e uomo.
La stessa logica che usano le Banche del Credito Cooperativo per sostenere le micro-economie locali che hanno deciso di sposare un codice etico per produrre cibo e ricchezza a KM zero, riducendo le emissioni, creando occupazione e facendo ‘girare’ le economie dei loro luoghi.
Banche al fianco dei cittadini e dei piccoli imprenditori locali che non stanno sul territorio ma che sono il territorio.