Dal gaming al master: come apprendere le competenze trasversali più richieste dalle aziende

Competenze che hanno a che fare con il proprio benessere emotivo, sociale e cognitivo.

Di Cristina Maccarrone

Gli Anglosassoni preferiscono chiamarle “life skills” puntando molto sulla parola “vita” e sul fatto che un certo tipo di competenze è determinante non solo per la professione, ma anche per gestire al meglio la quotidianità.

In Italia invece si parla di soft, “morbide”, per differenziarle da quelle “hard” ossia tecniche, quando non prevale l’italiano “competenze trasversali”.

 

" le competenze trasversali hanno a che fare con il proprio benessere emotivo, sociale e cognitivo ".

Qualsiasi locuzione si preferisca, il concetto è chiaro: in un mondo del lavoro che cambia di continuo, non contano più solo le competenze legate a un determinato ruolo, ma hanno sempre più importanza competenze che sì, si acquisiscono anche con lo studio, ma hanno a che fare con il proprio benessere emotivo, sociale e cognitivo. In azienda e non solo.

 

Cosa si intende per competenze trasversali

Ma cosa sono queste competenze trasversali e come fare a capire se se ne è in possesso? Sostanzialmente si possono dividere in 4 gruppi:

  • competenze personali
  • competenze comunicative
  • competenze cognitive
  • competenze organizzative

Le competenze personali
Riguardano la gestione della persona e le sue emozioni. Se avete studiato greco alle superiori o anche filosofia, avrete sentito spesso la frase “gnòthi seautòn” ossia conosci te stesso.

Le competenze personali hanno infatti a che fare con la consapevolezza di chi si è, dei propri punti di forza e debolezza, ma anche il sapere qual è la direzione che si vuole prendere e come arrivarci.

Forse vi chiederete cosa c’entri con il sapere fare bene il proprio lavoro. Be’, la mera esecuzione non basta più: chi fa qualcosa perché quella attività è inserita nel proprio cammino personale o comunque sa dove vuole arrivare portando avanti determinati compiti, ha per le aziende un valore molto più concreto – sebbene non immediatamente tangibile – di chi sì, fa quello che deve, ma “finisce lì”. Tra le competenze personali, infatti, figurano anche l‘orientamento all’obiettivo. Da non trascurare è poi la gestione delle proprie emozioni, ossia come si reagisce a situazioni di forte stress o quando le cose, nonostante l’impegno, non stanno funzionando.  Vi è mai capitato di lavorare con chi urla e sclera se non ottiene determinati risultati? Se sì, e se questo avviene spesso, chi ha selezionato quella persona, non ha vagliato attentamente questa sua mancata capacità di gestione dello stress. O ha preferito puntare sulla sua esperienza, senza considerare che un atteggiamento simile può fortemente minare un gruppo.

 

Le competenze comunicative

Collegate a quelle personali, infatti, ci sono le competenze comunicative o relazionali che, come si intuisce, riguardano il sapersi relazionare con gli altri, comprendere le loro esigenze e adattare il proprio comportamento di conseguenza. Ascolto ed empatia sono le parole chiave così come la capacità di comunicare e di farlo in modo chiaro. Questo riguarda, nel mondo del lavoro, sicuramente le email ma anche il modo di raccontare un progetto, esporre un’idea, presentare dei risultati.

Pensateci: costruire in modo logico e fluido un discorso non è affatto facile (ecco perché proliferano i corsi di public speaking) così come non lo è sapere adattare il contenuto e la forma al proprio interlocutore che magari può essere inesperto, neoassunto o provenire da tutt’altro tipo di esperienza.

Delle competenze relazionali fa parte anche la capacità di persuasione, connessa alla leadership, ossia il sapere convincere, sia razionalmente che emotivamente, le persone a seguire un determinato progetto o che quella è l’idea vincente.

 

Le competenze cognitive

Sono la capacità di analisi e di sintesi che, in un mondo contrassegnato dall’abbondanza di informazioni, sono tutt’altro che trascurabili. Sapere scegliere le fonti utili e saperle condensare sono doti fortemente apprezzate. Richiestissimo è il problem solving, ossia la capacità di trovare soluzioni, che è connessa alla creatività, ossia il volere sperimentare strade non battute e vedere le cose da punti di vista differenti.

 

Le competenze organizzative

Infine, tra le soft skills contano molto le doti organizzative ossia il sapere progettare, programmare e verificare come sta andando una determinata attività, sapere pianificare il lavoro, gestire i tempi, riuscire ad aggiustare il tiro quando situazioni e persone non sono proprio andate come si era preventivato.

Tutte queste capacità trasversali sì acquisiscono sul lavoro, ma anche portando avanti attività extra, facendo determinati corsi, praticando degli sport e, cosa importante, quando vengono inserite nel curriculum vanno dimostrate. Non basta dire “sono capace di risolvere i problemi”, ma è consigliato descrivere una situazione in cui in effetti l’avete fatto.

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Cosa cercano le aziende

E le aziende cosa vogliono? Stando all’ultimo rapporto UnionCamere Excelsior del 2016, quello che richiedono ai laureati è in particolare la capacità di lavorare in gruppo.

"le aziende richiedono ai laureati la capacità di lavorare in gruppo".

Al secondo posto c’è la capacità di comunicazione orale e scritta, indicata dal 64,6% delle aziende mentre la capacità di risolvere problemi viene subito dopo con il 63,7% delle preferenze.

Seguono poi la flessibilità e adattamento con il 59,3% e la capacità di lavorare in autonomia con il 57,3%.

 

La startup che analizza le competenze trasversali

Che le competenze trasversali non lo dimostrano solo i numeri ma anche il successo di Eggup, startup innovativa di recente lanciata da Digital Magics (incubatore di progetti digitali), ma in realtà nata nel 2013 dall’intuizione di Cristian De Mitri (CEO) e Pietro Testa (CTO).

Cos’è? Si tratta di una piattaforma digitale pensata principalmente per le aziende ma non solo: permette di analizzare le soft skills sia a livello individuale che di team di lavoro. Un’analisi  possibile grazie al fatto che un dipendente o i componenti di un team si registrano sul sito e compilano un questionario. Le risposte vengono analizzate dall’algoritmo che le restituisce sotto forma di grafica e di video. Stando a quello che promette Eggup, in questo modo “le aziende possono ridurre i costi e aumentare la produttività, identificando anche le persone da inserire in un gruppo di lavoro sulla base del loro grado di compatibilità con gli altri componenti del team o valutando il livello di performance dei team esistenti, in base alle soft skills”.

Siete scettici? L’azienda assicura che le sue analisi si basano su significative teorie psicologiche come quella del Big 5 ossia che ci sono 5 grandi fattori che influenzano la personalità: estroversione, amicalità, coscienziosità, nevroticismo, apertura all’esperienza. Anche chi non è in azienda e vuole valutare le proprie soft skills, può farlo collegandosi a questo sito e avendo una valutazione che potrà pubblicare sul profilo Linkedin.

 

A scuola di competenze trasversali: dal master…

Ma non solo: per acquisire le soft skill si può andare… a scuola. È infatti partito da pochi giorni, con esattezza il 12 settembre, il master Life Skills organizzato da Cineas, Consorzio universitario non profit fondato dal Politecnico di Milano (dove ha sede il master) e la scuola di formazione manageriale sulla gestione del rischio.

4 moduli di 2 giornate ciascuno suddivisi in: emotional intelligence, working in teams, negotiation e problem solving. Si va dal 12 settembre fino all’8 novembre e la formula è quella dell’allenamento vero e proprio, come sottolina Mariella Bisaccia, coordinatrice: “Alla base dei cambiamenti ci sono le persone e quindi anche al tempo di industry 4.0 saranno i professionisti a fare la differenza, i quali dovranno considerare, però, di essere selezionati e valutati non solo per le capacità tecniche, ma anche per la loro intelligenza emotiva, per la capacità di negoziazione e di lavorare in team, nonché di trovare soluzioni in contesti complessi”.

 

…all’Assesstment Game: imparare giocando

Idea molto innovativa è quella del progetto europeo Sgag, dove l’acronimo sta per Skill Generator Assesstment Game, che vede la collaborazione di più organizzazioni transnazionali: Its Turismo Alta Formazione Italia, Aregai Terre di Benessere Italia, eLearning & Software (Romania), Tempo Training and Consulting (Repubblica Ceca), Biedriba Eurofortis (Lettonia), Erfc (Grecia) e University of Lodz (Polonia).

A spiegare le caratteristiche è Carmen Bizzarri che ci risponde mentre si trova in Repubblica Ceca per le fasi finali del progetto, presentato a Torino il 26 settembre: “Sgag ha l’obiettivo di attivare la consapevolezza dell’importanza delle soft skill nei giovani dai 15 ai 25 anni. In particolare vuole allenare 5 skill: lavoro di squadra, la capacità di gestione e quella di leadership, l’adattabilità al cambiamento e l’orientamento ai risultati. L’innovazione sta proprio nell’allenamento: grazie al corso e al game si possono costantemente verificare le proprie abilità e migliorarle”.

"5 skill: lavoro di squadra, capacità di gestione e di leadership, adattabilità al cambiamento e orientamento ai risultati".

L’elemento del gioco diventa dunque fondamentale per l’apprendimento: “Vengono presentate situazioni reali e viene richiesto di scegliere il comportamento che si ritiene più idoneo. Se la scelta è corretta, si può andare avanti nel gioco, mentre se il comportamento è errato ossia non conveniente, in quanto non socialmente ritenuto sostenibile e condivisibile, si deve ripetere la risposta. Alla fine del gioco “, conclude Bizzarri “vengono valutate le risposte con un punteggio che chiaramente può essere migliorabile ogni qualvolta si riprova”.

Se i ragazzi non sanno cosa si intende per problem solving o gestione del tempo, poco male: giocando capiranno senza grossi sforzi a cosa servono quelle competenze trasversali e le acquisiranno.

Ricordando che “Il talento ti fa vincere una partita. L’intelligenza e il lavoro di squadra ti fanno vincere i campionati”. Parola di Micheal Jordan.

 

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