L’orto che ci piace

Cos’è l’agricoltura sostenibile e perché è così importante per il futuro del Pianeta e dell’economia di territori e comunità? Quali sono i modelli produttivi in grado di risanare il delicato equilibrio uomo-ambiente?

Natura, salute, gestione etica delle risorse e rispetto della terra e dell’individuo che vi lavora: ecco i principi della ‘vecchia’ e buona agricoltura che torna in cattedra.

(Redazione TuttoGreen)

 

C’era una volta un contadino, un pezzo di terra e un lavoro duro che richiedeva dedizione, costanza e un profondo rispetto per i cicli naturali della terra affinché, anno dopo anno, si potessero raccogliere i frutti di tanta fatica. A quel tempo l’agricoltura era un’attività colturale e anche culturale che consisteva nel trarre il sostentamento dalla terra senza interferire negativamente con l’eco-sistema e i suoi delicati equilibri. Non c’erano OGM, pesticidi, concimi chimici, né tanto meno si poteva contare su macchinari ultra-moderni e tecnologici. Le sole risorse a disposizione di quel contadino erano la fertilità del suolo e il suo ingegno per cercare di sfruttarla al meglio.

"l’agricoltura ha bisogno di tornare ad essere socialmente giusta, oltre che rispettosa per l’ambiente".

Oggi come allora, l’agricoltura rappresenta l’attività più importante per la sopravvivenza umana. E a dispetto delle logiche introdotte dalla più moderna agricoltura intensiva e delle sue pratiche dannose, la tendenza è quella di un ritorno al passato: recuperare il rispetto per i processi naturali senza stravolgere l’ambiente, riabbracciando i criteri e le pratiche della sostenibilità agricola.

È per questa ragione che si sente parlare sempre più spesso di agricoltura sostenibile, che sia usato il metodo biologico o biodinamico. Comunque la si voglia definire, il riferimento è a quelle metodiche antiche e poco impattanti utili a produrre alimenti in modo equo e vantaggioso per tutti. Sì, perché l’agricoltura ha bisogno di tornare ad essere socialmente giusta, oltre che rispettosa per l’ambiente, e deve contribuire a migliorare sia la vita degli agricoltori che delle comunità che vivono sul territorio.

 

orto sostenibile

L’agricoltura per tutti

Dunque, l’agricoltura è sostenibile quando asseconda i processi ‘naturali’ della biosfera e preserva le risorse della terra. Per riuscirci, non ricorre all’uso di sostanze chimiche inquinanti ed è praticata nel rispetto della biodiversità.

È equa quando non solo si occupa di soddisfare il fabbisogno alimentare collettivo senza creare disuguaglianze, ma si impegna a migliorare la qualità della vita degli agricoltori, delle comunità e di tutta la società.

È vantaggiosa, quando genera ricchezza e sostentamento per tutti e promuove lo sviluppo di dinamiche commerciali e produttive tali da tutelare l’agricoltore e garantirgli un reddito proporzionato al suo lavoro.

Riassumendo si può dire che l’agricoltura fatta in questo modo persegue tre obiettivi:

  • Garantire un reddito equo all’agricoltore
  • Tutelare l’ambiente e la salute dei consumatori
  • Preservare le risorse naturali e la fertilità dei suoli attraverso l’adozione di tecniche agricole come quelle biologiche e biodinamiche

Nell’agricoltura biologica, ad esempio, per combattere i parassiti dannosi alle colture non si usano pesticidi ma altri insetti o batteri ‘buoni’, nemici naturali di quelli ‘cattivi’. Per rendere più fertile la terra non si impiegano ormoni o concimi chimici, ma fertilizzanti organici e si utilizza il vecchio metodo della rotazione colturale per consentire al terreno di auto-rigenerarsi.

Già, perché ciò che ispira il lavoro agricolo è arricchire l’ambiente per migliorare i frutti che la terra è in grado di produrre, che poi è anche il modo più efficace di assicurarsi un’alimentazione sana, sicura e nutriente.

Per fortuna i distretti agrari italiani convertiti all’agricoltura sostenibile rappresentano un dato in continua ascesa. Parliamo di piccole aziende, singoli agricoltori, cooperative, consorzi e allevatori fortemente orientati alla morfologia del territorio in cui operano, che adottano l’antica tecnica dei terrazzamenti nelle regioni collinari e nelle valli appenniniche o quella dei muretti divisori costruiti a secco nelle campagne pianeggianti.

"L’obiettivo è quello di integrare il modello della permacultura e dell’agricoltura solidale, armonizzando il benessere delle persone con quello della terra".

Ci sono tantissimi olivicoltori biologici in Puglia, ad esempio, che producono olio extravergine delle olive di piante secolari applicando i principi della sostenibilità agricola a tutte le fasi della filiera, e non solo. Si occupano concretamente di preservare il territorio in cui operano con interventi conservativi, come l’inerbimento controllato, la trinciatura e la sfalciatura, che contrastano i fenomeni di erosione, di riduzione delle sostanze organiche presenti nel terreno e la dispersione della biodiversità. Sui loro terreni, tecniche distruttive del suolo, come lo spietramento e la macinazione dei banchi calcarei, sono vietate.

Esempi come questi dimostrano che oggi più che mai l’agricoltura sostenibile tende a qualcosa di più ambizioso della semplice autosufficienza alimentare. L’obiettivo è quello di integrare il modello della permacultura e dell’agricoltura solidale, armonizzando il benessere delle persone con quello della terra attraverso l’adozione di strategie politiche ed economiche appropriate. Tutti principi molto lontani da quelli dell’agricoltura intensiva.

orto sostenibile

I numeri dell’agricoltura sostenibile nell’UE

In termini più generali, per agricoltura sostenibile si intende anche la capacità dell’intera produzione agroalimentare mondiale di far fronte alla domanda globale di prodotti alimentari. Solo in Europa, ad esempio, vivono oltre 500 milioni di persone. Come possiamo garantire loro un approvvigionamento costante di prodotti sani, sicuri e nutrienti adesso e in futuro? La risposta è semplice: grazie agli agricoltori. Gli agricoltori sono essenziali per la nostra economia e per l’intera società.

Nell’Unione Europea, lavorano a tempo pieno oltre 12 milioni di agricoltori mentre altri 46 milioni di persone operano in comparti affini a quelli dell’industria agro-alimentare. Ma il settore è in balia di fattori che esulano da ogni controllo, come le crisi economiche e quelle meteorologiche.

"Come possiamo garantire loro un approvvigionamento costante di prodotti sani, sicuri e nutrienti adesso e in futuro? La risposta è semplice: grazie agli agricoltori".

Ecco perché l’UE lo sostiene attraverso la Politica Agricola Comune (PAC) che garantisce una rete di sicurezza per le innumerevoli varietà di agricolture, coltivazioni e allevamenti europei. L’ultima riforma ha reso la PAC più verde, equa ed efficiente, gettando le basi di una nuova era.

Oggi le politiche agricole comunitarie puntano ad assicurare:

  • L’eco-sostenibilità dei pagamenti per le aziende, attraverso l’introduzione di pratiche agricole sane sotto il profilo ambientale, come la diversificazione delle colture e il mantenendo della ricchezza del paesaggio;
  • L’equità nella distribuzione delle risorse finanziarie al fine di ridurre le differenze più marcate nei livelli di sostegno al reddito percepito dagli agricoltori dell’Unione;
  • Il sostegno al reddito per gli agricoltori in difficoltà, i giovani agricoltori e quelli che operano in settori a basso reddito o in zone soggette a vincoli naturali.

Ma per creare i presupposti e le condizioni ideali ad uno sviluppo sostenibile, sarà opportuno strutturare una serie di cambiamenti radicali nella politica agricola e ambientale, sia a livello nazionale che internazionale.

Ciò vuol dire che l’agricoltura basata sul moderno modello della sostenibilità dovrà essere in grado di aumentare la produzione alimentare sulle terre già sfruttate evitando al tempo stesso l’impoverimento dei suoli e la distruzione delle risorse naturali ancora disponibili. E dovrà indirizzare ogni iniziativa sulla centralità del ruolo di agricoltori, comunità e territori in un’ottica di inclusività e solidarietà economica.

Le Banche del Credito Cooperativo sostengono da tempo tutti i modelli agricoli sostenibili con iniziative concrete sul territorio. Con il micro-credito, ad esempio, BCC ha supportato piccole start-up e produttori locali nei momenti più delicati, ed è il lavoro stesso a fare garanzia al prestito: una garanzia che significa fare impresa nel territorio.

 

 

 

Leggi la prossima storia in Territori