10 idee che rendono sostenibili le città

Cosa non può proprio mancare in una città davvero sostenibile? Quali sono le iniziative che, in Italia, stanno già facendo intravedere un cambiamento in chiave ecologica? Ecco 10 idee.

di Erika Facciolla (TuttoGreen)

 

Sostenibilità e spazi urbani rappresentano un binomio di cui si sente parlare sempre più spesso, non sempre in termini realistici. Perché il concetto di “città sostenibile” non diventi pura utopia, occorre partire da modelli concreti realizzabili sul territorio, in grado cioè di innescare un cambiamento, partendo però da idee semplici ed efficaci.

"Le nostre città possono diventare già da adesso “smart” e sostenibili in maniera semplice".

Le soluzioni al vaglio sono tante e per molte di esse i tempi non sono ancora maturi, ma per trasformare gli attuali centri urbani nelle città sostenibili del futuro, non serve progettare automobili volanti, strade parlanti o altre avveniristiche stravaganze. Le nostre città possono diventare già da adesso “smart” e sostenibili in maniera semplice.

Ecco 10 idee di facile attuazione per riuscirci, purché la comunità sia coinvolta nella costruzione di un futuro urbano più verde, e il delicato rapporto uomo-ambiente possa trovare un nuovo equilibrio.

 

I “must-have” della città sostenibile

Mobilità a basso impatto, gestione attenta del territorio, verde pubblico, tecnologie integrate e controllo delle emissioni inquinanti. Ciò che non può mancare in una city sostenibile e smart è l’insieme dei servizi, delle infrastrutture e delle tecnologie che fanno di una città qualsiasi una sorta di laboratorio del cambiamento.

E un laboratorio, si sa, è un luogo di continua sperimentazione, dove alcune idee, a volte, non danno i risultati sperati, e altre invece disegnano orizzonti e prospettive inaspettate.

Nelle nostre città ci sono almeno 10 cose che non dovrebbero proprio mancare perché la vita al loro interno sia più rispettosa per l’ambiente e a misura di cittadino. Alcune sembrano scontate e banali, anche se non lo sono affatto. Altre sono già davanti ai nostri nasi, ma non le vediamo. Tutte insieme possono fare la differenza.

wi-fi

1. Wi-Fi dappertutto, per tutti.

Le reti wi-fi devono essere pubbliche e condivisibili. A Bologna, Milano e Roma tutto ciò è già realtà. La rete rappresenta la porta di accesso ad una serie di servizi imprescindibili, all’informazione e alla condivisione “social” tra cittadini, istituzioni e aziende. Leggere il giornale, inviare una mail, controllare gli orari dei bus, pagare una bolletta, sono piccole azioni quotidiane che possono innescare un cambiamento reale nelle abitudini delle persone e delle comunità. Senza accesso alla rete non può esserci integrazione né connettività.

verde urbano

2. Più verde urbano

Ridisegnare gli spazi urbani in un’ottica di maggiore fruibilità e accrescere il verde pubblico: è una delle 10 mosse indicate anche da Legambiente per riqualificare le nostre città e farle uscire dalla cappa di smog. E non servono mirabolanti opere o ingenti capitali: piantare qualche albero, ad esempio, è più che sufficiente per rinfoltire il verde urbano. Gli alberi proteggono gli edifici dalle escursioni termiche, consentono un risparmio energetico medio del 10%, assorbono grandi quantitativi di CO2 e forniscono riparo e protezione alla fauna urbana, favorendo la conservazione della biodiversità. Senza considerare che una città con più verde è anche una città più bella. Tra le cinque città italiane più popolose dello Stivale, Milano è la metropoli che negli ultimi anni ha compiuto più sforzi per incrementare le aree verdi a disposizione dei cittadini. Nella classifica delle città più verdi d’Italia del 2018, il capoluogo meneghino è al 5° posto con un punteggio di 78.14 su 100 e 34 alberi ogni 100 abitanti.

stop consumo suolo

3. Stop al consumo del suolo

Perché costruire nuovi edifici se si possono riqualificare quelli che abbiamo già? Per ridurre o azzerare il consumo di suolo in città, la strategia su cui orientare le politiche di gestione del territorio a livello locale deve mirare alla valorizzazione del patrimonio edilizio pubblico e privato esistente. Il Parlamento ha recentemente approvato un disegno di legge che regolamenta e contiene il consumo del suolo. Ma c’è chi si è già dato da fare, come la Toscana, che è la prima regione italiana ad essersi dotata di una legge urbanistica ad hoc per tutelare il territorio dall’urbanizzazione selvaggia.

mobilità dolce

4. Mobilità sì, ma dolce

Tante auto e mezzi in circolazione, significano più inquinamento atmosferico e acustico, pericoli sulle strade, stress, code e attese interminabili per tutti. E se ad alimentare quei motori sono soprattutto i combustibili fossili, la situazione non può che peggiorare. La ricetta della mobilità sostenibile in città è molto chiara e consiste di 4 semplici ingredienti di facile reperibilità: condivisione di mezzi e servizi (sharing mobility), potenziamento del trasporto pubblico, ampliamento delle piste ciclabili urbane e suburbane, blocchi e limitazioni alla circolazione dei veicoli più inquinanti. Certo, la rivoluzione della mobilità urbana potrà dirsi compiuta solo quando le fonti energetiche saranno rinnovabili e pulite, ma nel frattempo si può percorrere la strada della sostenibilità prendendo qualche scorciatoia. E anche in questo caso, non mancano di certo gli esempi pratici a cui ispirarsi. Con più di 3mila auto a disposizione dei cittadini, Milano è la primatista nazionale in fatto di car sharing. In Toscana, invece, il piccolo comune di Massarosa ha fatto suo il modello francese basato sui “buoni mobilità”: dal 2015, parte dei soldi incassati dal comune per le multe, viene investito in rimborsi chilometrici destinati ai cittadini che si muovono a piedi o in bici anziché in auto.

orti urbani

5. Orti urbani? Sì, grazie.

A proposito di stress e gestione virtuosa del territorio, vi siete mai accorti di quanto sia rigenerante per la mente e per il corpo trascorre qualche ora nel verde? Ristabilire un contatto diretto con la terra nel bel mezzo del caos cittadino, non è forse il modo più efficace per evadere dalla routine quotidiana? Quella degli orti sociali è un’esperienza di successo già ampiamente sperimentata dalle politiche di eco-socialità aggregata di molte realtà urbane italiane. Il meccanismo funziona più o meno così: si prende un terreno incolto e abbandonato – dove a parte erbacce e immondizia non cresce un bel nulla – e lo si mette a disposizione della comunità perché venga coltivato. Così, quello che fino a un attimo prima era un luogo lasciato all’incuria e al degrado, diventa uno spazio di rigenerazione ambientale, sociale ed economica. L’agricoltura di comunità, infatti, ha un ruolo specifico nella conservazione del territorio e nella tutela della biodiversità urbana. Senza considerare che è un’occasione di inclusione sociale per gli anziani e per le categorie più deboli.

riscaldare

6. Riscaldare senza inquinare

Per ridurre l’inquinamento in città, non si può prescindere da una politica di regolamentazione, rigorosa e inflessibile sull’uso del riscaldamento negli edifici. Al bando i combustibili fossili, ad esclusione del metano, e via libera all’incentivazione di tecnologie che migliorano l’efficienza delle case. Fondamentale è il rispetto dell’obbligo di applicazione della contabilizzazione del calore nei condomini e della manutenzione delle caldaie, in un’ottica di riduzione sistematica ed effettiva dei consumi energetici e delle relative emissioni inquinanti. Teleriscaldamento, fotovoltaico, micro-eolico, solare termico sono alcune delle soluzioni che possono e devono trovare spazio nelle nostre città per ridisegnare il futuro dell’energia nazionale. Chi investe molto sul solare è Padova, che nel 2018 ha teleriscaldato 6mila studenti delle superiori con i pannelli fotovoltaici.

raccolta differenziata

7. Raccolta differenziata e corretta gestione dei rifiuti

La raccolta differenziata è il primo, fondamentale passo, verso la gestione accorta dei rifiuti solidi urbani e la riduzione di sprechi, dei costi di smaltimento e dell’inquinamento ambientale. Plastica, carta, vetro e umido sono i materiali di uso quotidiano più comuni che possono e devono essere correttamente conferiti e smistati. Ma il senso civico e di responsabilità che lega ciascun cittadino al proprio territorio, a volte può non bastare. La gestione della raccolta differenziata in città deve essere 4.0. L’introduzione dei “cassonetti intelligenti” è un esempio lampante. Si aprono con una smart card, sono informatizzati, telecontrollati, videosorvegliati e alcuni modelli sono dotati di pannelli fotovoltaici. Nessuna utopia, semplice realtà: si tratta di una tecnologia già disponibile che aspetta solo di essere utilizzata.

acqua preziosa

8. L’acqua è preziosa

Secondo l’annuale rapporto di Legambiente, nel 2018 la città più ecologica d’Italia è stata Mantova. Il capoluogo lombardo rappresenta un’eccellenza di sostenibilità applicata a tutte le sfere della pubblica amministrazione, compreso il risparmio idrico. Lo scorso anno, infatti, il comune ha potenziato il sistema di depurazione dei reflui e del contenimento delle perdite di acqua potabile dalla rete idrica, registrando un tasso di dispersione molto più basso della media italiana. Guardando alla vita di tutti i giorni, è fondamentale incentivare il più possibile i cittadini al consumo dell’acqua di rubinetto. Non solo quella in bottiglia è meno sostenibile per l’ambiente, ma è anche più cara e non necessariamente più buona dell’acqua del sindaco.

co-working

9. Co-working

È la soluzione perfetta per i liberi professionisti, freelance, lavoratori autonomi e startupper che non possono permettersi i costi di un ufficio. Ma è anche un luogo di incontro, condivisione, scambio e nuove opportunità. Nato negli Stati Uniti nel lontano 2005, il co-working è diventano realtà anche in Italia a partire dal 2008. Si tratta, in sostanza, di spazi di lavoro condivisi e collaborativi dotati di tutto ciò che serve a livello professionale, compresi PC, stampanti, connessione internet e cancelleria. L’ultima novità è il co-working con asilo nido, presente già a Bologna, Milano e Roma.

interazione social

10. Favorire l’interazione “social” tra cittadini e istituzioni

Basta un’app e uno smartphone per fare praticamente tutto. Ma se questi strumenti fossero utilizzati sistematicamente per migliorare il decoro e il rispetto delle regole nelle città? Forse la sostenibilità urbana, a quel punto, diventerebbe “virale”. I Social network, in particolare, dovrebbero diventare il luogo virtuale di incontro e confronto tra cittadini e PA, ma anche gruppi di persone, associazioni e forze dell’ordine. Molto, in tal senso, è già stato fatto ma sono ancora tante le amministrazioni locali che non hanno compreso le potenzialità di questo strumento di gestione del bene pubblico. Non è sufficiente “essere” sulle piattaforma, ma passare dalla presenza al dialogo: un passo indispensabile per promuovere una cittadinanza attiva e partecipata alla tutela dei beni comuni.

 

Aiutare le comunità a riallacciare quel preziosissimo filo che lega l’uomo al suo ambiente e valorizzare l’identità degli spazi urbani, è ciò che sta a cuore anche alle Banche del Credito Cooperativo. Banche di comunità, che operano sul territorio e che investono sulle persone, sostenendo iniziative orientate allo sviluppo sostenibile, alla tutela della biodiversità e alla cultura del “vivere green”. Perché il capitale più prezioso, per BCC, è da sempre quello umano.

 

 

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