Per definire GINGER ci viene spontaneo parlare di un portale di crowdfunding territoriale. Ma la vera essenza di GINGER sono le persone, alle quali ti puoi rivolgere se hai un’idea e vuoi cercare di realizzarla.
GINGER è composto da Agnese, Martina, Virginia, Nicole, Caterina e Luca. Nasce tra i banchi dell’Università di Bologna, dove abbiamo frequentato lo stesso corso di laurea. Durante le lezioni abbiamo sentito per la prima volta la parola “crowdfunding”: un termine inglese composto dalle parole “crowd” – folla – e “funding”, finanziamento.
Sembra difficile da tradurre, ma in realtà descrive un processo molto semplice.
Hai un’idea? Puoi condividerla e chiedere agli utenti di finanziarla fissando il budget che vuoi raggiungere. In cambio offri una ricompensa, che varia a seconda della quota che il tuo finanziatore intende donare. Una volta raggiunto il budget prefissato, tu ottieni la somma per realizzare la tua idea e i tuoi sostenitori possono vedere il progetto realizzato grazie a loro e ricevere la ricompensa.
Anche il crowdfunding è quindi fatto di persone, si può dire che è essenzialmente “social”.
Idee made in Emilia Romagna
Noi di GINGER ci occupiamo di crowfunding territoriale, cioè di idee “made in Emilia Romagna” che abbiano una ricaduta nella nostra regione e secondo me funziona perché facciamo davvero nostre le battaglie dei nostri progettisti.
"Il crowdfunding unisce tanti piccoli contributi per raggiungere obiettivi altrimenti irrealizzabili".
Conosciamo di persona gli ideatori dei progetti che finiscono su Ginger: li aiutiamo a lanciare una campagna di finanziamento di successo e li affianchiamo mentre promuovono il loro progetto online e offline. E conosciamo anche i donatori: possiamo spiegare come funziona il crowdfunding e trovare modi per coinvolgerli nelle campagne.
Chi dona non dà solo un contributo monetario, ma abbraccia completamente il progetto.
Per questo consigliamo sempre di puntare su progetti legati al bene comune, piccoli progetti intelligenti con una ricaduta reale sul territorio che possano portare un cambiamento positivo alla realtà che ci circonda.
"Ai nostri clienti diciamo che per avere successo non basta avere una buona idea. Bisogna saper coinvolgere le persone".
Il vantaggio del crowdfunding territoriale è la conoscenza diretta della community, che non è più solo virtuale e diventa vera e propria comunità. Questo permette ai progetti che spingiamo di raggiungere il budget necessario più facilmente. GINGER infatti riesce a realizzare il doppio dei progetti di ogni altro portali.
Un nome pungente
Ci dicono che il nome GINGER, zenzero in inglese, è proprio adatto al nostro modo di essere e di lavorare. Avevamo mille proposte per il nome, ma nessuna ci convinceva completamente. Poi a Martina è venuto in mente lo zenzero che in inglese si dice ginger: suona bene! Ed è l’acronimo di Gestione Idee Nuove e Geniali in Emilia Romagna. Come una pianta, come lo zenzero, che cresce dalla terra: sono le idee che fanno crescere il territorio.
Finanziarne uno per finanziarne cento
I clienti vengono da noi per trovare i fondi e realizzare la loro idea, ma anche noi abbiamo dovuto trovare fondi per far nascere GINGER. In realtà per partire ci bastava una piccola somma.
Quando abbiamo vinto il bando Incredibol del Comune di Bologna e siamo entrati in contatto con l’associazione “Fare Lavoro” e abbiamo scoperto il programma di microcredito offerto dalla BCC.
Per noi il microcredito è stata un’ottima soluzione: ci ha permesso di avere un piccolo finanziamento a un basso costo, con un tasso particolarmente vantaggioso. E “Fare Lavoro” ci ha seguito nei primi mesi di avviamento per aiutarci a organizzare la nostra attività.
Il crowdfunding funziona?
Il portico di San Luca non è solo il più lungo del mondo. C’è anche un altro motivo che lo rende unico. È il primo esempio di crowdfunding civico in Italia: per la prima volta il restauro di un bene pubblico è stato finanziato dai cittadini.
La campagna “Un passo per San Luca” è stata un successo, non solo perché ha superato il budget prefissato, ma anche perché ha coinvolto tutta la cittadinanza. Ha avuto una ricaduta sulla città così importante che non eravamo in grado di prevedere: alla fine della campagna di crowdfunding, abbiamo organizzato una grande festa lungo tutto il portico come ringraziamento per i donatori. E il portico era pieno di gente, di nuovo al centro della vita di Bologna. Un luogo vivo, come dovrebbero essere tutti i beni comuni. Se questo è il risultato del crowdfunding, allora possiamo dire che il crowdfunding funziona.
“Un passo per San Luca” è uno dei progetti finanziati tramite il nostro sito. Ma ci sono progetti di tutti i tipi: editoria, cinema, start-up innovative, festival culturali, progetti sociali. Molti celano storie appassionanti.
Oltre a vedere che tanti ragazzi hanno fatto diventare realtà delle belle idee, siamo felici di aver contribuito a fare cultura: oggi Bologna è la città italiana che più delle altre utilizza il crowdfunding.
Qualche anno fa, quando parlavamo del nostro lavoro, dovevamo passare ore a spiegare il significato di crowdfunding. Adesso crowdfunding non è più una parola straniera.