Una fondazione che in Sardegna innova il modo di fare accoglienza e inclusione, aziende che puntano sulle risorse umane, programmi che mirano a far capire quanto con la maternità si acquisiscano nuove competenze. Sono solo alcuni esempi di generatività in Italia che esploriamo in questo articolo.
Un coworking, ma anche molto di più: uno spazio concreto attraverso cui fare innovazione sociale, dove “tra il piano A” che privilegia la carriera e il piano B di chi sceglie la famiglia, si può fare una scelta ulteriore: la C. Questo sta alla base dello spazio in via D’Orsenigo a Milano che da anni ha dato vita o meglio ha generato un nuovo modello puntando sullo smantellare in modo concreto il gap che c’è tra donne e uomini, disegnando con molte di loro nuovi progetti e facendo in modo che questa cultura della parità si diffonda davvero e che tale diffusione parta anche “dal basso”.
Piano C è solo uno dei tanti esempi di generatività sociale del nostro Paese e che dimostrano che la capacità di produrre e generare del nuovo, di farlo come singoli o in modo collettivo, per avere un impatto positivo sulle forme del produrre, innovare, abitare, organizzare, ecc., è qualcosa che appartiene all’Italia, ancor più di quanto si creda.
Forse la parola generatività non è ancora così diffusa, ma lo sono sicuramente le buone pratiche, così come avremo modo di vedere in questo articolo. Ma prima cerchiamo di capire cosa si intende per generatività.
Cos’è la generatività
Intanto, la parola. Anche a chi non è fissato per l’etimologia, quel suo iniziare con “gen” che richiama subito alla mente i genitori, fa intuire che con generatività si intende qualcosa di nuovo che viene partorito, generato per l’appunto. La parola generare è infatti di matrice latina legata a “genus, stirpe”, che a sua volta viene dal greco génos (stesso significato). Il fatto che poi il verbo abbia portato a coniare un sostantivo come “generatività” ha a che fare con lo psicanalista Erik Erikson che introdusse per primo il concetto parlando di fasi evolutive dell’uomo.
Ma non solo un creare, generare e poi lasciare lì. Il concetto di generatività prevede anche il prendersi cura, l’indirizzare ciò che si sta creando.
Non basta infatti essere in grado di poter generare – come per esempio essere predisposti dalla Natura a fare i figli – ma è importante il fatto di poter e voler, in maniera libera, orientare e determinati processi. Con Mauro Magatti, sociologo ed economista, la generatività diventa “un agire che ammette l’esistenza di un prima, un adesso e un dopo, in relazione a cui si assume la responsabilità del proprio darsi, accettando di essere aperti a ciò che non si conosce”.
"un’attitudine nel produrre che risulta desiderabile e benefica".
Aggiunge Nadia Dario, dell’università Ca’ Foscari di Venezia, in un abstract dal titolo “Sul concetto di generatività” che “è un concetto variabile, complesso, ambiguo che muta a seconda dei contesti di esperienza e di conoscenza, delle credenze, delle aspirazioni, dei valori e delle prospettive che si sviluppano entro i vari ambiti disciplinari […] è anche evocativo di un potere, di un’attitudine nel produrre che risulta desiderabile e benefica”.
Concetto che si muove sostanzialmente secondo due direttrici: “quella di ‘generazione del nuovo’ a cui si uniscono i concetti di processo, di combinazione e/o ricombinazione; quella evocativa che unisce la generatività al ‘mondo della vita’, quale orizzonte e terreno di ogni esperienza”.
L’archivio moderno della generatività
Alla generatività sociale, inoltre, è dedicato un progetto di ricerca-azione, promosso dal Centro ARC dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e dall’Istituto Luigi Sturzo di Roma. Un archivio che, a dispetto della parola, non è statico ma si pone l’obiettivo di utilizzare Internet per raccontare, tramite il sito www.generativita.it, alcune esperienze positive – protagonisti fondazioni, cittadini e imprese – che finalmente possono essere “raccolte tutte in un luogo”, dando evidenza di cosa sia la generatività in Italia.
Esempi virtuosi di generatività: Maternity As A Master
E quali sono alcuni esempi positivi? Lo stesso Piano C negli ultimi anni ha dato vita a Maternity As a Master, conosciuto con l’acronimo MAAM, programma digitale di 24 moduli della durata di 20 minuti ciascuno, dedicato a chi lavora e ha figli piccoli o sta per averne. Legato al libro omonimo, scritto da Riccarda Zezza con cui l’imprenditrice ha provato a capovolgere l’idea radicata nella società che chi decide di diventare mamma dà uno stop alla sua carriera, quando invece acquisisce nuove e importanti competenze, tale programma si occupa di trasformare l’esperienza della genitorialità in un volano per lo sviluppo professionale.
"dedicato a chi lavora e ha figli piccoli o sta per averne".
E soprattutto di farlo insieme alle aziende che per l’appunto possono proporre l’accesso al percorso MAAM ai propri dipendenti in modo da accompagnarli verso questo importante cambiamento con maggiore consapevolezza.
Sardex e la libera circolazione
Altro esempio virtuoso di generatività è quello di Sardex che forse conoscete già, ma magari non avete mai visto in quest’ottica. Nata come startup e ormai diventata un’azienda a tutti gli effetti, è partita da un piccolo paese della Sardegna e ha avuto il merito di creare un circuito commerciale composto da professionisti, aziende e imprese che usa una valuta ben precisa, il Sardex per l’appunto, che ha un valore pari all’euro.
"un circuito commerciale come intermediario favorendo la libera circolazione".
Chi aderisce al circuito lo fa pagando un’iscrizione annuale o mensile e una volta entrato, può vendere i suoi beni e servizi. Occhio che non è un bitcoin, ma un modo per fare circolare l’economia e basarlo sulla produzione reale. Infatti i beni e i servizi prodotti da professionisti e aziende sono la moneta, il cui valore è calcolato in sardex. Un esempio? Se io professionista vendo i miei servizi di traduzione a 200 sardex, una volta che avrò ricevuto questo pagamento, li potrò utilizzare per esempio per fare una cena in un ristorante – sempre iscritto al circuito – di 50 sardex e utilizzare il resto per esempio per pagare due notti in albergo. Tutto questo senza sborsare un euro. In questo modo non si punta ad accumulare denaro, ma a usarlo come intermediario favorendo la libera circolazione.
La Fondazione Domus de Luna per l’accoglienza
Altro esempio virtuoso è quello della Fondazione Domus de Luna che, come si può intuire, ha base a Cagliari. Nasce dall’idea di un manager, Ugo Bressanello che, a un certo punto, decide di dedicarsi all’accoglienza dei minori, dando vita a delle comunità diverse. La prima è Casa delle Stelle, che nasce per accogliere i più piccoli, poi c’è la Casa del Sole, per mamme con bimbi piccoli, Casa Cometa per ragazze e ragazzi che devono stare per un periodo lontani da casa per poi andare oltre l’accoglienza. Come? Dando vita alla Locanda dei Buoni e Cattivi, ristorante con camere che permette a ragazzi e mamme di cominciare a costruirsi il loro futuro e che è di recente stato premiato con la chiocciola Slow Food 2019 assegnata alle migliori osterie d’Italia.
"accoglienza dei minori per andare oltre".
Un ristorante e da qualche tempo dopo anche un bar, il Circolo dei Buoni e Cattivi, presso il Tennis Club di Cagliari. In tutto, come si legge sul sito, sono stati accolti 169 minori e mamme con bambino. Un bell’esempio di chi crea nuove forme dal basso e si prende cura del cambiamento.
Aziende e banche che puntano su persone e territorio
Non solo associazioni, buoni esempi possono essere anche aziende, come quella di Brunello Cucinelli, definito il profeta del capitalismo umanistico per il fatto di redistribuire il profitto alle persone che lavorano con lui così come, andando a un esempio meno noto, l’azienda Comac di Bonate di Sotto (BG) ha cercato di puntare tutto sulle risorse umane. Come? Con vari servizi salvatempo quali il ritiro della spesa in azienda, la palestra, i corsi di inglese per i dipendenti, il maggiordomo aziendale a cui delegare piccole incombenze.
Anche le Banche di Credito Cooperativo sono protagoniste di vari esempi di generatività. Uno è sicuramente il Festival RisorgiMarche ideato da Neri Marcorè che ha visto il sostegno, per il secondo anno consecutivo delle BCC rappresentate da Federcasse, e che è stato il bel tentativo di rilanciare il territorio ferito dal sisma tramite la buona musica, la condivisione dei luoghi più suggestivi, la scoperta delle tradizioni.
Così come all’insegna della generatività è stata la recente convention a Pojana Maggiore,
organizzata dalla BCC Vicentino dove ha preso parte, tra gli altri, il professor Leonardo Becchetti che ha parlato di “Globalizzazione, Generatività e Genius Loci”, sottolineando, tra le altre cose, proprio il ruolo del Credito Cooperativo che è impresa di “economia civile” e che, grazie al suo patrimonio di relazioni, lavora per creare valore economico, sociale e ambientale sostenendo per l’appunto il genius dei vari attori del territorio.
Perché, come abbiamo visto nelle varie storie, generatività e comunità locali sono intimamente collegate e sono spesso il punto di partenza per innescare un cambiamento che rimescoli le carte, ne crei di nuove e sappia rispondere sempre più ai bisogni della società, tramandando a chi verrà dopo nuove forme di sviluppo e partecipazione.