Possibile che un bambino debba essere costretto sui libri per imparare l’inglese? Più osservavo i metodi tradizionali di insegnamento delle lingue straniere, più mi accorgevo di quanto fossero poco attraenti per i bambini.
Volevo insegnare in maniera più dinamica e coinvolgente. Così ho pensato di non lavorare solo con la teoria, ma anche con la pratica: far vivere un’esperienza in lingua ai bambini. Significa fare attività della vita quotidiana, ma farle in lingua.
Nel centro che gestisco, Creativamente, l’apprendimento di inglese, francese e spagnolo non avviene seduti sui banchi davanti al libro di grammatica. Mentre i bambini imparano attività artistiche, come la danza e la pittura, apprendono le parole e le espressioni delle lingue straniere. Così la lingua straniera si impara un po’ come ognuno di noi apprende la propria lingua madre: facendo esperienze.
La motivazione perfetta: divertirsi
Spesso l’apprendimento delle lingue è lento perchè manca la motivazione: per i bambini studiare sui libri è noioso. Sono alla costante ricerca di divertimento. È su questo che faccio leva con il mio metodo, “Creative English”.
"I miei alunni non vengono a fare i compiti ma a giocare. A giocare in Inglese".
Unisco l’utile al dilettevole: è divertente giocare o fare un disegno, danzare o mettere su uno spettacolo teatrale, ed è utile imparare la lingua.
Investire sulla fiducia
Tutto questo è stato possibile grazie anche alla fiducia della BCC Sangro Teatina. Ho chiesto un prestito per rendere il mio centro – Creativamente – attraente per i miei piccoli studenti. E avevo bisogno di materiali, giochi e strumenti per i miei corsi. Non avendo un lavoro a tempo indeterminato, la mia banca mi ha accordato il prestito anche per la fiducia che nasce dalla conoscenza del mio lavoro.
Un metodo da brevettare
Quest’anno ho una cinquantina di alunni che frequentano Creativamente. Sembra che il metodo funzioni molto bene soprattutto con i bambini, perchè l’età della prima infanzia è il momento migliore per iniziare a parlare una nuova lingua. Spero di riuscire a brevettare il mio metodo “creative english” e renderlo replicabile!
Sto pensando di ampliare l’offerta di attività: penso allo storytelling in lingua, e per i più grandi dei caffè letterari. E voglio proporre anche viaggi di studio originali e corsi con l’insegnamento simultaneo di due lingue.