Ricominciare a fare la spesa

La riapertura della prima attività commerciale di Amatrice è un segnale positivo per la ripartenza della città ad un anno dal terremoto.

Questo è solo il primo passo: come affronteranno i prossimi mesi gli abitanti tornati a vivere nella città terremotata?

 

di Ludovica Galeazzi

Giancarlo mi accompagna a ciò che resta del suo supermercato. Una casa inclinata che si intravede dietro cumuli di macerie. Si trova nella zona rossa e non possiamo avvicinarci, ma non importa. La vista è già terribile da lontano, e la scritta “No Selfie, luogo di rispetto” ricorda che il terremoto non ha fatto solo danni alle cose. Più straziante delle rovine è quando Giancarlo mi racconta di chi viveva nelle case intorno e non ce l’ha fatta.

“Quella notte dopo la scossa ho cercato di raggiungere il centro di Amatrice per vedere lo stato del supermercato. Era tutto bloccato, ho dovuto parcheggiare a 7km dal negozio e attraversare il centro a piedi. C’erano macerie e distruzione ovunque”. Anche il supermercato era lesionato e Giancarlo ha capito subito che non sarebbe stato agibile. Allora il primo pensiero è andato alle persone che avevano perso tutto. Per questo ha deciso di svuotare il supermercato e regalare agli sfollati tutti gli alimenti. “È stata un’azione istintiva, fatta per aiutare la mia gente”.

 

I primi passi dopo l’emergenza

"è stato importante ridare il lavoro ai dipendenti, che sono come una famiglia".

Chiuso il supermercato, Giancarlo – finito sotto i riflettori per la solidarietà manifestata il giorno dopo il sisma – ha dichiarato subito di voler riaprire il prima possibile, nonostante il terribile colpo economico subito. Infatti Giancarlo aveva rinnovato il punto vendita pochi mesi prima del 24 agosto 2016.

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“E’ stato doloroso perdere un’attività costruita con tanto amore e sacrificio. Momenti di sconforto non sono mancati, ma la mia famiglia mi è sempre stata vicino. E per me è stato importante ridare il lavoro ai dipendenti, che sono come una famiglia”.
La delocalizzazione – anche temporanea – delle attività commerciali è stata oggetto di molte discussioni. Per Giancarlo si tratta di un’opportunità per la comunità e per i lavoratori, poiché permette di dare servizi ai cittadini e ridare lavoro ai lavoratori.

“Per gli abitanti rimasti ad Amatrice, la mancanza di un supermercato significava fare anche 20 km per comprare i generi alimentari. Non era una situazione sostenibile soprattutto per gli anziani”.

E mi rendo conto subito – mentre attraversiamo file di case semidistrutte sulla strada verso il nuovo supermercato – che ad Amatrice non ci sono molte alternative ad una delocalizzazione temporanea. La distruzione è ovunque.

Con il paese da ricostruire completamente, la soluzione temporanea è stata costruire una nuova “cittadina” di SAE e attività commerciali nella zona di San Cipriano.

Anche otto ristoranti hanno riaperto nella vicina “area food” – subito un successo – e  poca distanza le nuove scuole hanno ripreso le lezioni.

 

Un simbolo di ripartenza

Il supermercato di Giancarlo è stato la prima attività commerciale a riaprire ad Amatrice.
Giancarlo ricorda l’emozione dell’inaugurazione: “Riaprire è stato sicuramente un primo segnale positivo di ritorno alla normalità. Abbiamo curato l’interno del prefabbricato per far si che i clienti si sentissero in un supermercato qualunque”.

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Anche fare la spesa torna ad essere un’attività quotidiana e abitudinaria – come prima del terremoto. Ma il supermercato non è solo un luogo di approvvigionamento, è anche luogo di incontro. Fino ad un mese fa, gli anziani tornati ad Amatrice grazie alle casette SAE dovevano farsi portare a fare spesa in negozi anche a 30km di distanza. Come la coppia di pensionati che fanno due passi e arrivano al punto vendita con il carrello per la spesa. Conoscono tutte le cassiere e lo staff del bancone sa già che cosa compreranno.

Verso mezzogiorno il supermercato si riempie di mamme che devono mettere in tavola qualcosa per i bambini al ritorno da scuola. Sono tutte di corsa, ma le vedo che si illuminano quando scambiano due chiacchiere nelle corsie o aspettando il proprio turno per comprare il pane.
Anche Giancarlo si illumina quando parla della riapertura, e sembra orgoglioso che il suo negozio sia diventato subito un punto di riferimento.

“Riaprire il supermercato è un servizio alla comunità, sia per i clienti che per i dipendenti”.

 

I dipendenti che resistono

Dipendenti come Alessandro vengono tenuti stretti dai datori di lavoro.. E’ instancabile e organizzato – e organizza il lavoro del resto dello staff – per dare ai clienti un servizio veloce e impeccabile.

Eppure i mesi successivi al sisma sono stati pieni di incertezze per lui e sua moglia Annamaria, anche lei dipendente del supermercato. Subito dopo il sisma si sono spostati a Siena – dove avevano un appoggio con i parenti. Che altro fare, senza lavoro e con la casa inagibile?

Quando Giancarlo ha comunicato la riapertura, non ci hanno pensato due volte e hanno ripreso subito il vecchio lavoro. Anche se con una difficoltà in più: aspettando le casette SAE ad Amatrice, hanno accettato di trasferirsi in albergo sulla costa, a San Benedetto.
Impallidisco quando mi raccontano questa storia. Per chi non conosce la geografia della zona può sembrare un tragitto come tanti. Invece è un percorso di oltre 90 km su strade che ancora portano le lesioni del sisma.

 

I prossimi passi

"Sarà un lungo inverno".

Giancarlo è stato felice dell’inaspettata solidarietà da parte di tutta Italia. Il “turismo solidale” sembra funzionare: i visitatori si fermano a pranzo nei ristoranti dell’area food e fanno la spesa al supermercato – anche 80 o 100 Euro di spesa, mi racconta Giancarlo.

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“Spero che continui così per poter assumere tutti i miei dipendenti”.
L’euforia della riapertura non cancella tuttavia le preoccupazioni per l’inverno – quando i turisti solidali difficilmente visiteranno Amatrice. “Sarà un lungo inverno” è la frase ripetuta più volte, e noto i monti della Laga già spolverati di neve. I cittadini sperano di non essere abbandonati dalle istituzioni e dimenticati dal resto d’Italia. Nonostante le casette SAE ed i centri commerciali siano quasi ultimati, sono una soluzione temporanea. Le previsioni sul prossimo inverno non sono affatto certe, mentre ad Amatrice tutti sono quasi certi che la ricostruzione sarà lunga.

Chiedo a Giancarlo quanto tempo si aspettano di dover passare nelle casette e nella zona provvisoria? Anche 10 anni, è la laconica risposta.

 

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