Il credito è, o dovrebbe essere, una cosa semplice: c’è un’impresa credibile e affidabile e c’è una banca che dà credito ai suoi progetti di crescita, valorizzando i capitali che le sono stati affidati dai risparmiatori.
Questa è l’economia reale: espressione di un territorio e creatrice di valore concreto e benessere per tutti.
Il resto è “finanza creativa”, uno dei tanti mali che frenano il vero sviluppo.
Le Banche di Credito Cooperativo e le imprese del territorio nascono entrambe da questa cultura, parlano la stessa lingua.
Una banca di comunità non deve soddisfare azionisti anonimi e lontani.
È una banca capace invece di creare quel movimento che genera crescita, condizione necessaria per portare l’Italia fuori dalla crisi.
Crescita che non si ottiene quindi con la finanza speculativa, ma con il credito all’economia reale, erogato dalle BCC più che dalle altre banche italiane.
La nostra impronta economica.
"Ho scelto la banca principale finanziatrice Dei settori che generano reddito e occupazione".
Credere nell’impresa vuol dire finanziare tutti quei settori capaci di generare reddito e occupazione. Che attraggono investimenti e sono in grado di espandersi nei mercati esteri. Anche e soprattutto in tempo di crisi. L’offerta di credito delle BCC negli anni di crisi si è rafforzata: 22 miliardi erogati nel 2013 per finanziamenti nel medio-lungo termine.
Il ruolo decisivo delle BCC nei finanziamenti alle imprese (valori %). Fonte: elaborazioni Federcasse su dati Banca d’Italia. Dati a dicembre 2013.
Sempre nel corso del 2013 sono state oltre 1.000 le start-up giovanili accompagnate nel loro avvio grazie al programma per l’imprenditorialità giovanile Buona Impresa!
215 i milioni erogati alle piccole e medie imprese con la provvista di Cassa Depositi e Prestiti nel solo 2013. Le BCC sono anche tra i principali utilizzatori in Italia delle risorse del Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) per le microimprese italiane.
Con il sistema dei Confidi lo stock di finanziamenti garantiti arriva a 4,3 miliardi di euro. Siamo il principale interlocutore di quelli artigiani.